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2024 0-9 z y x w v u t s r q p o n m l k j i h g f e d c b a

Max De Aloe Quartet - Just for One Day (The Music Around David Bowie) '2020

Just for One Day (The Music Around David Bowie)
ArtistMax De Aloe Quartet Related artists
Album name Just for One Day (The Music Around David Bowie)
Country
Date 2020
GenreContemporary Jazz
Play time 56:54
Format / Bitrate Stereo 1420 Kbps / 44.1 kHz
MP3 320 Kbps
Media CD
Size 367 MB
PriceDownload $2.95
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Tracks list

Just For One Day è ovviamente un riferimento scoperto, ma il sottotitolo,
come spesso capita, aggiunge un elemento chiave per la comprensione di tutto il
lavoro: quel che ci aspetta non è un compitino a base di cover ma un
“discorso intorno a David Bowie”, cioè un incontro tra due
estetiche, quella del Duca Bianco e quella del Max De Aloe Quartet. Ne vien
fuori così un Bowie dolcemente malinconico e anche un po italo-mediterraneo,
trascinato oltre la sua aura irresistibilmente decadente e riletto dentro un
percorso che ricostruisce alcuni dei suoi brani più famosi. In più, ecco
cinque brani originali (quattro più una variante), scritti da De Aloe, che
combaciano al meglio con latmosfera generale del disco.

A dare ulteriore profondità e umanità a Just For One Day contribuisce la
storia che sta dietro alla sua lavorazione, e che ne ha in parte influenzato gli
esiti. Il giorno in cui il quartetto avrebbe dovuto entrare in studio, in marzo,
De Aloe avverte i primi sintomi del Covid 19, lirriducibile pestilenza che sta
sconvolgendo le vite e scompaginando le certezze di tutti noi. La malattia dura
più di un mese, con inevitabili e dolorosi strascichi per chi suona uno
strumento a fiato, e imporrebbe un lungo riposo. La decisione però è di
tornare a registrare già in luglio, lavorando in presa diretta, in un solo
giorno, e cercando di “incidere” anche la fatica, la mancanza di
fiato, la fragilità del momento. “Ci sono dei passaggi nella
registrazione in cui sento che avrei potuto dare di più”, spiega Max
nelle note di copertina, “ma questa è la fotografia mia, di oggi, senza
finzioni da Photoshop”. Il disco si arricchisce così di unamara
riflessione sul dolore, sulla malattia e sulle cose ultime dellesistenza, in
perfetta assonanza con le tematiche di Blackstar (2016), lo straordinario
testamento artistico-spirituale di Bowie, uno degli apici della storia musicale
del terzo millennio. E tra gli highlights brillano proprio due tracce di
quellalbum: lasciutta e commovente rilettura di Lazarus e quella, a ritmo
latino, di Dollar Days.

Le canzoni sono riproposte nella loro nuda bellezza melodica, risistemando le
parti armoniche e aggiungendo ovviamente un pizzico di improvvisazione, con
assoli brevi e ben incastonati. Non si ci allontana mai troppo dagli originali,
e al contempo vien fuori tutta la personalità del quartetto, che conta ormai
più di 15 anni di storia. Larmonica cromatica si prende i suoi spazi senza
strafare, il piano (Roberto Olzer) arricchisce la tavolozza delle emozioni, con
tanti riferimenti diversi, mentre il contrabbasso di Marco Mistrangelo è
sempre protagonista e la batteria di Nicola Stranieri rappresenta sottotraccia
lonnipresente anima inquieta del disco. Il risultato è unora di musica magica
e ammaliante, che si muove con agilità tra jazz e rock, capace di attrarre
sia i bowiani di più stretta osservanza che i frequentatori più episodici
dellarte del Duca Bianco.

La title track rappresenta forse la miglior dichiarazione programmatica
dellintero lavoro, un brano scritto ad hoc ma intriso di riferimenti alla
poetica del supremo ispiratore di Just For One Day. Poi la porta si spalanca su
una sequenza di classici immortali. Life On Mars si avvale di un assolo centrale
e di uno “a uscire” del pianoforte, che si sviluppano tra jazz e
musica classica, mentre Space Oddity e Heroes si fregiano di ispirate
introduzioni. Questultima in particolare è oggetto di uno straordinario
lavoro di decostruzione-ricostruzione che ne fa uno dei vertici del disco, in un
crescendo di emozioni dove ciascuno aggiunge la sua parte, dalla struggente
poesia del contrabbasso suonato con larchetto, al decollo spaziale dellarmonica,
alle punteggiature del pianoforte: davvero un piccolo viaggio interstellare
(siamo pur sempre tra Marte e fantasiose storie di alieni...) con atterraggio
morbido. Non poteva ovviamente restar fuori This Is Not America, prima probabile
liaison tra il Duca Bianco e il jazz, che in quelloccasione fu accompagnato dal
Pat Metheny Group: qui però il finale morde alla grande e i tamburi di
Stranieri spronano larmonica in un crescendo quasi rock.

La sequenza dei tre originali 52-Passengers-Deep Blue costituisce invece quasi
un piccolo disco nel disco, ed è loccasione per allungare i tempi e
sciogliere le briglie al quartetto. Cinquantadue sono gli anni di De Aloe,
riassunti nel tema più complesso ed elaborato, che disegna scorci di composta
serenità ma forse significativamente indugia e stride sulle lunghe note
finali. Passengers è più incerta e contrastata, e lassolo di contrabbasso
che subentra alla melodia contribuisce ad amplificare queste sensazioni. Deep
Blue richiama infine le atmosfere algide e nordiche di Valo (2017), il disco
registrato da De Aloe in trio con Niklas Winter e Jesper Bodilsen: il tema a
spirale, che scava dentro cupe profondità, è replicato nellultima traccia
in versione per sola armonica.

Tracklist:
01. Max De Aloe Quartet - Just for One Day (4:57)
02. Max De Aloe Quartet - Lazarus (4:39)
03. Max De Aloe Quartet - Life on Mars (4:03)
04. Max De Aloe Quartet - This Is Not America (4:01)
05. Max De Aloe Quartet - Space Oddity (3:30)
06. Max De Aloe Quartet - Heroes (4:29)
07. Max De Aloe Quartet - Dollar Days (4:23)
08. Max De Aloe Quartet - 52 (5:59)
09. Max De Aloe Quartet - Passengers (6:00)
10. Max De Aloe Quartet - Deep Blue (3:16)
11. Max De Aloe Quartet - Ziggy Stardust (4:28)
12. Max De Aloe Quartet - Heroes (Alternate Track) (5:10)
13. Max De Aloe Quartet - Deep Blue (Alternate Track) (2:00)

Max De Aloe Quartet


Album